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Cantar Lontano Film - Il Progetto Stampa
Il film trae spunto da un viaggio: un gruppo di musicisti si reca a Pontoise, piccolo centro dell'area parigina, per "mettere in scena" un vespro cinquecentesco del compositore spagnolo Diego Ortiz nella locale cattedrale gotica. Questo primo spostamento, in treno da Milano e poi su un pullman da Parigi, non è che il primo movimento di una serie che impegnerà cantanti e strumentisti durante le prove e il concerto. L'andare lontano, il Cantare Lontano, è la caratteristica (e un destino) di questi musicisti dalle provenienze geografiche confuse, tra l'Italia (Pesaro, Padova, Bologna...) e l'estero (un messicano che vive in Olanda, ...).

Il Cantar Lontano, oltre che il nome dell'ensemble diretto da Marco Mencoboni, è la tecnica che essi applicano nella disposizione spaziale dell'organico nel corso delle loro esecuzioni. Una tecnica ibrida, ispirata a una antica tradizione marchigiana, ma anche una tecnica morbida, nomade, che si dispiega e si adatta nelle diverse spazialità dei luoghi che accolgono i loro concerti.

Nel corso delle prove, i musicisti si muovono nella cattedrale come in una scena teatrale: lungo le navate, scomparendo dietro ai pilastri e alle colonne, salendo sul presbiterio e nel coro, fino ai pulpiti e all'organo pensile. I loro corpi prendono la misura dell'architettura, la attraversano con passi e gesti propri, cercano spiragli di luce e si nascondono nell'ombra. Tentano di abitare lo spazio come le loro voci e i suoni dei vari strumenti, che sono alla ricerca della giusta posizione, dell'equilibrio tra suono e ambiente, tra timbri e distanze.

Quando la musica inizia, lo spazio si trasfigura. E' una musica che proviene dal passato, dagli archivi e delle biblioteche, desunta da un trattato del compositore Diego Ortiz, uno spagnolo che aveva incontrato le vocalità mediterranee in un soggiorno a Napoli. Anche lui un viaggiatore. Durante il concerto, i corpi dei musicisti, l'architettura e le vetrate della cattedrale, immersi in una nuova luce, sembrano sciogliersi in un unico nuovo elemento.

Obiettivi
Il progetto prevede la realizzazione di un film per la diffusione nei circuiti dei festival e possibilmente televisiva.

Il film non vuole essere "solo" un documentario, o meglio un documentario "tradizionale", ma intende lavorare su diversi livelli narrativi ed espressivi.

Il primo livello è naturalmente la cronaca del concerto. Dal viaggio all'esecuzione, la camera ha esplorato una possibile "fenomenologia" della creazione artistica. Il trasferimento degli artisti, le prove, i loro gesti, la costruzione e la restituzione del pezzo musicale.

Un secondo livello è iscritto nella caratteristica di questa costruzione musicale: il cantar lontano. Il movimento dei musicisti e la loro disposizione nello spazio costituiscono l'azione nei diversi "set" del film, dal treno alla cattedrale di Pontoise. Questo lavoro è anche da intendersi come una riflessione sulle relazioni tra corpi, spazi e musica.

Queste relazioni inoltre sono esplorate con gli strumenti a disposizione del cinema. L'immagine e il montaggio producono un nuovo spazio che entra in relazione con il suono. La luce, il movimento e il tempo permettono una costruzione narrativa essenzialmente filmica: la scrittura del film privilegerà quindi la costruzione di una tensione drammatica capace di produrre e modulare emozioni e sensazioni, con movimenti simili a quelli musicali.

Una particolare attenzione verrà così accordata alla forma del film. Attraverso il ricorso ad esempio al pianosequenza, capace di esprimere il "tempo" dei corpi nella scrittura continua dello spazio, ed ad altre invenzioni narrative: come ad esempio il tema del "doppio sogno" accennato nel promo. Il film è destinato infatti a ogni tipo di pubblico e non solo quello specialistico musicale (anche se questo aspetto potrà assumere significato in una possibile diffusione attraverso canali "tematici", numerosi nel caso della diffusione di video a carattere musicale).

Un film quindi, e non solo un documentario, che non non vuole però dimenticare la possibilità di una trasmissione di conoscenza: di un brano essenzialmente inedito edlla grande stagione musicale barocca, e soprattutto di un tecnica, quella del cantar lontano, assolutamente unica nel suo genere.
Ultimo aggiornamento ( giovedì 05 giugno 2008 )
 

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